Il bellissimo Lago di Resia presenta un campanile al suo centro. Ma come ci è finito lì? Ecco la sua curiosa storia.
Il Lago di Resia, il più grande dell’Alto Adige, è noto per il suo celebre campanile che spunta dall’acqua. Ma come mai è stato quasi sommerso dalle acque? Ecco tutti i dettagli dell’incredibile vicenda.
Il campanile nel Lago di Resia è una meta turistica della zona che qualche anno fa è stata anche la principale location per la serie tv italiana Curon trasmessa in streaming su Netflix. Ma che mistero nasconde questo specchio d’acqua?
Il campanile in equilibrio tra ingiustizie e leggende
Oggi il Lago di Resia che si trova a Curon, in Val Venosta rappresenta una meta molto affascinante, circondata da leggende. Il campanile della Chiesa romanica di Santa Caterina d’Alessandria, risalente al 1357, è l’ultimo testimone di una triste storia che riguarda gli abitanti di questo paese.
Il progetto di un bacino artificiale che sfruttasse il lago di Resia, il lago di Curon e quello di San Valentino alla Muta era di origine austro ungarica. Dopo la fine della prima guerra mondiale, nel 1920, il governo italiano ha ripreso questa idea concedendo un’elevazione dell’acqua di 5 metri. In origine infatti i laghi sarebbero dovuto essere arginati a 1485 metri, mentre con le modifiche sarebbero arrivati a 1497, con un aumento del livello dell’acqua per il lago di Curon di 27 metri.
Nel 1939 iniziarono i lavori per una diga costruita dal consorzio Montecatini dove il ristagno dell’acqua sarebbe arrivato a 22 metri. Naturalmente questa decisione non teneva conto dei paesi di Resia e Curon. Con l’inizio della guerra tutto venne sospeso e gli abitanti tirarono un sospiro di sollievo, credendo che il progetto fosse stato abbandonato in via definitiva. Nel 1946, nonostante le difficoltà di reperire le materie prime e grazie a investimenti svizzeri i lavori ripresero.
Per l’occasione fu importata la glicerina dall’Argentina e il legname dalla Sila. La costruzione coinvolse 7 mila operai per 1000 giornate con un costo di 25 milioni delle vecchie lire. I costi più elevati furono per radere al sulo Curon Venosta e parzialmente Resia che sono stati ricostruiti in una posizione più elevata. Nel 1950 è stato portato a compimento tutto unendo quello di Resia e Curon. 667 ettari di terreno sono stati sommersi e 150 famiglie hanno perso ogni cosa, metà di esse sono state costrette a emigrare. I risarcimenti sono stati esigui e gli abitanti di Curon sono stati alloggiati in baracche di fortuna.
Oggi il campanile è sotto tutela e nel 2009 è stato restaurato insieme al tetto grazie a un abbassamento del livello dell’acqua. D’inverno, quando il lago gela è raggiungibile a piedi. Secondo una leggenda, proprio in questa stagione si possono sentire suonare le campane che però sono state rimosse nel 1959.