La storia di questo dipinto è unica, solo gli amanti dell’arte la conoscono: dove potrete trovarlo e perché dovete andarlo a vedere dal vivo
Immaginate di voler recarvi in uno dei musei dell’arte più belli al mondo. Prenotate quindi un biglietto del treno per Firenze e iniziate a girare la città: un vero museo a cielo aperto. Acquistate un biglietto per gli Uffizi e iniziate a vagare per le enormi sale del palazzo. Gran parte della storia dell’arte è lì, ma niente vi colpirà di più dell’enorme stanza dedicata a questo dipinto che vedete nell’immagine di copertina.
Voi casualmente vi ritroverete ad entrare per una porta e poi improvvisamente un’emozione vi colpirà al centro del petto e vi lascerà senza fiato. Il dipinto, immenso, prende lo spazio di tutta la parete della stanza, vi si piazzerà enorme e incantevole di fronte ai vostri occhi e non riuscirete più a togliere lo sguardo da quei volti eterei, impossibile da credere siano stati dipinti a mano.
Un paesaggio incantato, con figure allegoriche, uno spettacolo che non dimenticherete più nella vita. Quindi mentre state già cliccando sul sito degli Uffizi per prenotare i primi biglietti disponibili, vi raccontiamo anche la storia di questa immensità.
La Nascita della Venere, una delle opere più belle degli Uffizi
Per chi non lo sapesse, si tratta della Nascita di Venere. Insomma, non parliamo di un’opera qualsiasi, ma proprio di una delle opere maggiori del nostro Botticelli. Al fianco di quest’opera potrete trovare anche la sala con La Primavera, che riprende lo stesso stile ma raffigura un bosco incantato: i due dipinti hanno più o meno la stessa grandezza e sono un patrimonio inestimabile per la storia dell’arte italiana. A rendere ancora più speciale le pennellate di Botticelli sono i significati che quest’ultimo legava alle sue opere. I personaggi allegorici hanno sempre significati profondi, non sono mai dipinti a caso.
La composizione infatti raffigura più precisamente l’approdo sull’isola di Cipro della dea dell’amore e della bellezza, nata dalla spuma del mare e sospinta dai venti Zefiro. La dea è in piedi sopra una conchiglia, proprio perché è lei che è pura e perfetta come una perla. La giovane donna al suo fianco, identificata talvolta con una delle Grazie oppure con l’Ora della primavera, le sta porgendo un manto fiorato.
Il rimando è alla stagione primaverile: la Venere viene coperta con un mantello di fiori, gli stessi fiori che vengono soffiati da Zefiro, il dio del vento. Insomma, è tempo di rinascita e Venere la incarna con la sua purezza: il simbolo di amore e bellezza eterea molto probabilmente fu suggerito al pittore proprio dal poeta Poliziano. Ad ammirare la composizione, ci si deve soffermare in assoluto sul volto della Venere, sulle movenze del suo corpo: Botticelli ha studiato una vita per cercare di rendere i corpi più sinuosi possibile, i capelli delle sue donne sono sempre morbidi e dorati e la pelle del viso così candida da sembrare porcellana.