Nuova tassa per chi ha dei soldi da parte: batosta per tutti gli italiani

Bisogna prepararsi all’arrivo di una nuova tassa sui propri risparmi? Le ultime notizie non fanno ben sperare i risparmiatori

Come tutti sanno lasciare i propri risparmi in banca comporta il pagamento di alcune spese che vanno ad erodere la liquidità e che, in periodi caratterizzati da elevata inflazione, possono costituire un vero e proprio problema. Ciò nonostante non è così semplice fare in modo che il proprio denaro sia protetto dal versamento di imposte e micro tasse di varia a natura.

Imposte e risparmi, le ultime indiscrezioni
Nuova tassa sui risparmi? Le indiscrezioni che preoccupano (ilmaggiodeilibri.it)

Ed è proprio in tale contesto che, nell’ultimo periodo, si è fatta strada una notizia tutt’altro che piacevole e che potrebbe andare ad impattare ulteriormente in particolare sul denaro dei piccoli risparmiatori. Dobbiamo dunque prepararci all’arrivo di una nuova tassa che potrebbe interessare chi ha dei soldi da parte? Scopriamo di che cosa si tratta ed in che modo verrebbe applicata.

Nuova tassa sui risparmi? Le indiscrezioni che preoccupano

Della questione si sono occupati alcuni esperti in materia dopo la diffusione di un articolo sul blog del Fondo monetario internazionale. E potrebbe interessare indirettamente i risparmiatori con una tassa a copertura di una serie di spese riguardanti la riduzione delle emissioni. In che modo questi due mondi si vengono ad incontrare? Facciamo chiarezza.

Tasse e cryptovalute, cosa potrebbe cambiare
Tutte le indiscrezioni per la possibile imposta legata ai Bitcoin (ilmaggiodeilibri.it)

Ad essere interessati da questa poco piacevole novità potrebbero essere i risparmiatori di denaro in Bitcoin e, dunque, il mondo delle cryptovalute. Si tratta pertanto di qualcosa di nuovo e, per molti, ancora sconosciuto. Ebbene il cosiddetto mining ovvero l’attività di creazione dei Bitcoin potrebbe portare alla richiesta di una tassazione dedicata alla ‘fame di energia’, allo scopo di riuscire a raggiungere gli obiettivi globali relativi alla riduzione delle emissioni.

Per quanto riguarda i Bitcoin, nello specifico, essa potrebbe tradursi in un +85% dei costi per l’energia elettrica. È emerso che una transizione in Bitcoin richiede la medesima energia utilizzata da una persona in Pakistan e in Ghana per tre anni. Si ritiene che entro tre anni il peso di miners e data center sulla domanda di energia globale passerà dal 2 al 3,5%. Come intervenire?

Questo si tradurrebbe in una ricalibrazione del sistema fiscale che porti gli operatori economici a tagliare le emissioni. Introducendo un’imposta diretta riguardante l’industria del mining pari a 0,047 dollari per kilowattora. Arrivando a 0,089 dollari andando a considerare anche la compensazione degli impatti locali dell’inquinamento. Una imposta tutt’altro che piacevole per gli investitori.

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