Royal Family, 8 parole che a Buckingham Palace non si possono pronunciare

La Famiglia Reale Inglese vive costellata da regole e, spesso, da divieti. Tra questi ultimi ci sono anche alcune parole semplicemente impronunciabili.

La vita all’interno della Royal Family britannica è regolata da un insieme di norme e tradizioni che si perdono nella notte dei tempi. Tra queste, vi sono delle curiose restrizioni linguistiche che riguardano l’uso di determinate parole considerate inadatte o troppo volgari per essere pronunciate in contesti formali o davanti a membri della famiglia reale.

Scopriamo insieme quali sono queste otto parole proibite.

Couch vs Sofa

Nel linguaggio comune, il termine “couch” viene spesso utilizzato per riferirsi a quello che noi chiameremmo divano. Tuttavia, all’interno delle mura di Buckingham Palace e nelle altre residenze reali, questa parola è considerata troppo informale e poco elegante.

Divieti Royal Family
Royal Family, buffi divieti (IlMaggioDeiLibri.it) – Foto da Instagram @princeandprincessofwales

I membri della famiglia reale devono riferirsi al proprio divano utilizzando il termine “sofa”, ritenuto più appropriato e conforme alle tradizioni.

Living Room vs Sitting Room

Analogamente alla distinzione tra “couch” e “sofa”, anche la denominazione degli spazi abitativi segue regole precise. Quello che nel linguaggio quotidiano viene chiamato “living room” deve essere invece definito “sitting room” quando ci si trova in contesti legati alla Royal Family.

Questa scelta terminologica riflette la volontà di mantenere una certa formalità nell’ambiente domestico.

Patio vs Terrace

Il termine “patio”, usato per descrivere un’area esterna pavimentata adiacente alla casa, è un altro vocabolo bandito dal lessico reale. La parola accettata per descrivere simili spazi esterni è “terrace”.

Questa preferenza linguistica sottolinea ancora una volta l’importanza del mantenimento di uno standard elevato nella comunicazione ufficiale e privata dei membri della famiglia reale.

L’inaccettabile “Sorry”

Forse sorprendentemente, anche la parola “sorry” (scusa) è esclusa dal vocabolario accettato a corte. Secondo la tradizione, un membro della Royal Family non dovrebbe mai trovarsi nella posizione di dover chiedere scusa; quindi, l’utilizzo di tale espressione viene scoraggiato.

Posh, non così elegante per i Reali

Nonostante il suo significato comunemente associato all’eleganza e allo chic, il termine “posh” è considerato inappropriato nel contesto reale britannico.

Curiosità Royal Family
Il vocabolario proibito della Royal Family (IlMaggioDeiLibri.it) – Foto da Instagram @princeandprincessofwales

Questo dimostra come anche le parole apparentemente positive possano essere soggette a restrizioni basate su percezioni culturali specifiche del contesto aristocratico.

Perfume vs Scent

Parlando di profumi, i reali preferiscono evitare il termine colloquiale “perfume”, optando invece per “scent” quando si riferiscono alle fragranze personali o ambientali.

Questa scelta riflette una tendenza generale verso terminologie percepite come più raffinate ed elevate.

Daddy, il modo corretto di nominare il padre

Anche nei rapporti familiari vi sono prescrizioni linguistiche specifiche: ad esempio, i diminutivi comuni come “dad” vengono sostituiti da forme considerate più rispettose e formali come “daddy”.

Ciò evidenzia l’importanza del rispetto delle forme tradizionalmente consolidate anche nelle relazioni interpersonali all’interno della famiglia reale.

Lavatory anziché toilet

Infine, persino nel definire gli spazi dedicati ai bisogni fisiologici vi sono precise indicazioni linguistiche: la parola “toilet”, infatti, viene sostituita da “lavatory”. Anche in questo caso non si tratta solo di una semplice preferenza lessicale ma del desiderio di mantenere uno standard comunicativo che rifletta dignità ed eleganza anche nei dettagli apparentemente minori.

Queste otto parole rappresentano solo alcuni esempi delle numerose peculiarità che caratterizzano la vita quotidiana dei membri della Royal Family britannica; peculiarità che contribuiscono a mantenere quella distinzione tra pubblico e privato così cara alla monarchia britannica.

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