Ok, chi non lo dice almeno una decina di volte al giorno? Eppure quasi nessuno conosce l’origine di queste due lettere più che internazionali.
Il termine “ok”, sinonimo universale di approvazione, consenso e accettazione, è probabilmente una delle espressioni più riconoscibili e utilizzate in tutto il mondo. Ma da dove deriva questa semplice ma potente parola composta da sole due lettere?
Le teorie sono diverse e oggi proveremo a scoprirle tutte, cercando di spiegare l’origine di “ok”, un’espressione che ha superato le barriere linguistiche diventando un vero e proprio simbolo globale.
Un fenomeno linguistico universale
Prima di addentrarci nelle teorie sull’origine del termine, è importante sottolineare quanto “ok” sia radicato nel linguaggio quotidiano a livello globale. Questa espressione sostituisce frasi come “está bien” in spagnolo, “ça va bien” in francese e “va bene” in italiano, dimostrando la sua incredibile capacità di adattarsi e integrarsi nelle diverse lingue.
Ma cosa rende “ok” così speciale? E soprattutto, come ha fatto a diventare un simbolo così universale?
La teoria giornalistica
Una delle ipotesi più affascinanti riguarda l’uso giornalistico del termine.
Si narra che il 23 marzo 1839 sul The Boston Post comparisse per la prima volta l’abbreviazione di All Correct, scritto volutamente in modo errato come “Oll Korrect” per enfatizzarne il significato positivo. Questo uso scherzoso avrebbe dato vita al termine “OK”, segnando l’inizio della sua diffusione.
Origini militari: zero killed
Un’altra teoria popolare attribuisce le origini del termine agli ambienti militari durante la guerra di successione americana.
Secondo questa versione, dopo ogni battaglia veniva redatto un rapporto sulle perdite subite: se non vi erano stati morti, si scriveva sulla lavagna “Zero Killed”, abbreviato poi in “OK” per indicare che tutto era andato bene. Questa spiegazione suggerisce una nascita del termine legata alla speranza e al sollievo nei momenti difficili.
L’influenza russa: okhenkorosho
Una curiosa teoria porta le origini del termine fino al Porto di Odessa, dove gli scaricatori utilizzavano l’espressione russa “Okhenkorosho” per comunicare che il carico era stato sistemato correttamente senza problemi.
Sebbene questa ipotesi possa sembrare meno nota rispetto ad altre, riflette interessanti dinamiche linguistiche e culturali legate al commercio internazionale.
Il legame con Martin Van Buren: Old Kinderhook club
Infine, non possiamo dimenticare la spiegazione legata alla figura storica dell’ottavo presidente degli Stati Uniti d’America: Martin Van Buren. Originario di Kinderhook e membro dell'”Old Kinderhook Club“, si racconta che i membri usassero l’acronimo “O.K.” per identificarsi come parte dell’élite sociale del club. In questo contesto, essere “OK” significava appartenere a un gruppo selezionato ed essere quindi approvati o accettati socialmente.
Queste sono solo alcune delle principali teorie riguardanti l’origine della parola “ok”. Ogni ipotesi offre uno spaccato culturale ed etimologico diverso su come queste due semplicissime lettere siano riuscite a conquistare il mondo intero diventando sinonimo universale di assenso e approvazione.