Pentole in rame, sono preferite degli chef ma occhio a rovinarle: se non fai così stai sprecando i tuoi soldi

Le pentole in rame sono molto apprezzate e utilizzate. Ma sono anche sicure? Ecco qualche consiglio per non rovinarle

Il rame è un materiale che vanta una lunga tradizione nell’arte culinaria, noto per la sua eccezionale capacità di condurre il calore in modo uniforme. Tuttavia, il suo contatto diretto con alcuni alimenti può comportare problemi di salute a causa del rilascio di sostanze potenzialmente nocive.

Non rovinare pentole in rame
Come preservare le pentole in rame – (ilmaggiodeilibri.it)

Preservare le pentole di rame a casa può sembrare un compito arduo, ma con la giusta attenzione ai dettagli e alle precauzioni di sicurezza, è un procedimento fattibile. La chiave è la pazienza e l’attenzione ai dettagli, assicurandosi che ogni passo del processo sia eseguito correttamente per garantire risultati ottimali. Le pentole di rame, con la procedura di cui vi parleremo di qui a breve, possono continuare a essere un prezioso alleato in cucina, offrendo una cottura uniforme e controllata senza compromettere la salute.

Come preservare le pentole in rame

Per questo motivo, le pentole di rame vengono spesso sottoposte a un processo di stagnatura, che consiste nel rivestire la superficie interna con stagno. Questo procedimento non solo ne preserva l’utilità, ma le rende anche sicure per l’uso quotidiano. La necessità di stagnare le pentole di rame deriva dalla loro interazione con cibi acidi. Quando il rame entra in contatto con acidi, come quelli presenti nei pomodori o nel limone, può rilasciare particelle metalliche nel cibo, che possono accumularsi nel corpo e causare danni, specialmente al fegato. Lo stagno, al contrario del rame, è inerte rispetto a questi alimenti e non si corrode facilmente, rendendolo il materiale perfetto per rivestire le pentole. Proteggendo così la salute dei consumatori.

Stagnazione pentole in rame
La procedura di stagnazione delle pentole in rame – (ilmaggiodeilibri.it)

Il processo di stagnatura è un’arte antica e richiede attenzione e precisione. Prima di tutto, la pentola deve essere pulita accuratamente per rimuovere lo stagno vecchio e ogni traccia di impurità che potrebbe compromettere l’adesione del nuovo rivestimento. Questa fase di preparazione è essenziale per garantire un risultato duraturo e di qualità. La pulizia viene effettuata con acido muriatico, un composto chimico efficace ma che richiede l’adozione di misure di sicurezza adeguate. Assolutamente necessario l’uso di guanti e mascherine protettive per evitare il contatto e l’inalazione di vapori nocivi.

Una volta che la superficie è pronta, si procede con la ristagnatura vera e propria. Utilizzando una fiamma viva, si riscalda la pentola fino a quando il metallo raggiunge una temperatura sufficiente per permettere allo stagno di fondersi. Il pezzo di stagno puro al 100% si applica all’interno della pentola con l’ausilio di un batuffolo di cotone. Questo metodo artigianale permette di distribuire lo stagno in modo uniforme, garantendo una copertura omogenea che previene il contatto diretto del cibo con il rame.

La quantità di stagno applicata dipende dallo stato di usura della pentola. Se la superficie è molto danneggiata, potrebbero essere necessarie più mani per ristabilire le caratteristiche ottimali dell’utensile. Ogni strato si applica con cura, assicurando che il calore mantenga lo stagno in uno stato fluido, in modo da poter essere distribuito efficacemente su tutta la superficie interna. Questo processo non solo migliora la sicurezza della pentola, ma ne prolunga anche la durata, permettendo di sfruttare appieno le sue eccellenti capacità di conduzione termica.

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