Il pignoramento del conto e il fermo amministrativo dell’auto sono strumenti legali che l’Agenzia delle Entrate può utilizzare.
Questi vengono adoperati per recuperare crediti fiscali non pagati. Ma è legale utilizzarli contemporaneamente? Un utente si è trovato nella situazione di vedersi bloccare l’auto e, successivamente, pignorare il conto corrente con un saldo di soli 150 euro, chiedendosi se tale comportamento fosse legittimo o rappresentasse un abuso.
Per evitare di trovarsi in situazioni simili in futuro, è consigliabile mantenere un’attenta gestione delle proprie finanze e dei propri obblighi fiscali. Monitorare regolarmente il proprio stato debitorio presso l’Agenzia delle Entrate e comunicare prontamente eventuali difficoltà finanziarie potrebbe prevenire l’adozione di misure esecutive o cautelari da parte dell’Esattore.
Pignoramento del conto e fermo amministrativo sono legali insieme?
Per rispondere a questa domanda, è fondamentale comprendere la differenza tra pignoramento e fermo amministrativo, due strumenti con finalità e meccanismi diversi. Il pignoramento è una misura esecutiva volta a recuperare il credito attraverso la liquidazione dei beni del debitore. Nel caso del pignoramento del conto corrente, non è necessaria la vendita all’asta dei beni: le somme vengono direttamente prelevate dal conto del debitore e trasferite al creditore, previa autorizzazione del giudice. Il processo è semplificato nel caso di debiti fiscali, dove l’Esattore può comunicare direttamente alla banca di bloccare i fondi per 60 giorni, dando tempo al debitore di pagare o chiedere una rateizzazione.
Il fermo amministrativo dell’auto, invece, è una misura cautelare e non esecutiva. Serve a impedire l’utilizzo del veicolo, evitando che circolando possa perdere valore o subire danni. Non si tratta di una misura sanzionatoria o espropriativa, ma cautelativa: prepara il terreno per un eventuale pignoramento futuro del veicolo.
Non esiste un divieto legale di applicare contemporaneamente pignoramento e fermo amministrativo. Mentre il pignoramento del conto punta a recuperare immediatamente il credito, il fermo auto serve a preservare il valore del veicolo in vista di un possibile pignoramento. Nel caso del nostro lettore, l’Esattore ha agito legittimamente, ottenendo la soddisfazione immediata del pignoramento del conto. Se il credito dovesse superare i 150 euro già recuperati, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione potrebbe intraprendere ulteriori pignoramenti, mantenendo nel frattempo il fermo amministrativo sull’auto.
Per difendersi da queste situazioni, il debitore ha alcune opzioni. Prima di tutto, è possibile chiedere la rateizzazione del debito. Questo non solo consente di diluire il pagamento in più rate, rendendolo più gestibile, ma anche di sospendere il fermo amministrativo non appena viene pagata la prima rata. Una volta completato il pagamento dell’ultima rata, il fermo viene definitivamente cancellato, e il debitore può tornare a utilizzare il veicolo senza restrizioni.
Un altro aspetto da considerare è la possibilità di contestare il debito, se ritenuto ingiusto o errato. In tal caso, è fondamentale raccogliere tutta la documentazione necessaria e, se necessario, consultare un avvocato specializzato in diritto tributario per intraprendere azioni legali. È importante agire tempestivamente, poiché i termini per presentare ricorso possono essere stretti.
In sintesi, mentre la simultanea applicazione di pignoramento del conto e fermo amministrativo è legale, esistono diverse strategie che il debitore può adottare per gestire e risolvere la situazione. La chiave è agire prontamente e con consapevolezza, utilizzando gli strumenti legali e amministrativi disponibili per tutelare i propri diritti ed evitare conseguenze più gravi.