Il sistema dei 183 giorni rappresenta una strategia legale che permette di gestire la residenza fiscale e, di conseguenza, potenzialmente ridurre l’onere fiscale di un individuo.
Con l’introduzione delle nuove norme contenute nel Decreto Legislativo n. 209/2023 e ulteriormente chiarite dalla Circolare n. 20/2024, vengono definiti con maggiore precisione i criteri per determinare la residenza fiscale delle persone fisiche in Italia, aprendo nuove possibilità per chi desidera ottimizzare la propria posizione fiscale.
Il concetto di base del sistema dei 183 giorni si fonda sulla durata della permanenza di un individuo in un paese specifico.
Come funziona il sistema dei 183 giorni
Secondo le nuove normative, una persona fisica è considerata residente fiscalmente in Italia se trascorre nel territorio italiano almeno 183 giorni (184 in un anno bisestile), inclusi i giorni frazionati. Questo significa che non è necessario risiedere in modo continuativo nel paese per essere considerati residenti fiscali; è sufficiente che la somma dei giorni di permanenza raggiunga o superi la soglia stabilita.
La Circolare n. 20/2024 illustra come anche le frazioni di giorno contino nel calcolo del periodo di residenza. Pertanto, una persona può pianificare la propria permanenza in Italia in modo strategico, distribuendo i giorni in diversi periodi dell’anno, senza dover trascorrere un lungo periodo ininterrotto nel paese. Questo approccio può risultare particolarmente utile per coloro che per motivi lavorativi o personali viaggiano frequentemente tra diversi paesi.
Prendiamo ad esempio l’anno bisestile 2024. Una persona che non era precedentemente residente in Italia potrebbe pianificare la sua permanenza nel seguente modo: 21 giorni a gennaio, 6 giorni a febbraio, 30 giorni ad aprile, 15 giorni a maggio, 61 giorni tra giugno e luglio, 31 giorni a ottobre, 8 giorni a novembre, 1 giorno a fine novembre e 11 giorni a dicembre. Questo porterebbe a un totale di 184 giorni, rendendo la persona fiscalmente residente in Italia per quell’anno.
La residenza fiscale non si limita però solo alla permanenza fisica. Altri elementi che influenzano la determinazione della residenza includono il domicilio e le relazioni personali e familiari. Il domicilio si intende come il luogo principale dove si sviluppano le relazioni personali e familiari. Inoltre, l’iscrizione nelle anagrafi della popolazione residente per la maggior parte dell’anno fiscale costituisce una presunzione di residenza, salvo prova contraria.
Per chi intende utilizzare il sistema dei 183 giorni per ridurre legalmente le proprie tasse, è cruciale mantenere una documentazione dettagliata dei giorni trascorsi in Italia e in altri paesi. Questo può includere biglietti di viaggio, ricevute di soggiorno e altri documenti che possano attestare la presenza fisica in un determinato luogo.
Inoltre, è importante considerare le implicazioni fiscali internazionali. Molti paesi hanno stipulato trattati per evitare la doppia imposizione fiscale, che possono influire su come viene determinata la residenza fiscale. Pertanto, una pianificazione accurata e una consulenza fiscale professionale sono fondamentali per assicurarsi che tutte le normative siano rispettate e per ottimizzare i benefici fiscali.