Quando si tratta di lasciare l’eredità ai figli, è fondamentale essere consapevoli delle implicazioni legali e fiscali che ne derivano.
La pianificazione successoria efficiente dovrebbe includere una valutazione accurata del patrimonio e una comprensione chiara delle aliquote applicabili, tenendo conto delle possibili esenzioni. Consultare un esperto in materia fiscale e legale può essere un passo cruciale per garantire che l’eredità venga trasferita in modo ottimale e conforme alle norme. In questo modo, si può evitare che gli eredi si trovino impreparati di fronte a obblighi fiscali inaspettati che potrebbero compromettere il loro diritto di godere appieno del patrimonio lasciato in loro favore.
Un errore comune è quello di non considerare adeguatamente la tassa di successione, il che può portare a conseguenze finanziarie significative per gli eredi. In Italia, questa tassa varia tra il 4% e l’8%, a seconda del grado di parentela e del valore dell’eredità stessa. Non tenerne conto può significare che i figli ereditino molto meno di quanto ci si aspetti.
Eredità ai figli: a cosa fare attenzione per evitare pasticci
La tassa di successione si applica sui beni mobili e immobili ricevuti in eredità. La sua aliquota varia in base al grado di parentela tra il defunto e l’erede, nonché al valore dell’eredità. Per il coniuge e i parenti in linea retta, come i figli, l’aliquota è del 4% e si applica sul valore dell’eredità che supera un milione di euro per ogni beneficiario. Pertanto, se un genitore lascia in eredità beni per un valore di due milioni di euro a ciascun figlio, la tassa si applicherà solo sull’importo che eccede il milione di euro.
Per i fratelli e le sorelle, l’aliquota sale al 6% e si applica sul valore eccedente i 100mila euro. Altre categorie di parenti fino al quarto grado, nonché affini in linea retta o collaterale fino al terzo grado, sono soggette a un’aliquota del 6% che si applica però sull’intero valore, senza alcuna franchigia. Infine, per tutte le altre persone non legate da parentela o affinità, l’aliquota è dell’8%, anche in questo caso senza franchigia.
Esistono tuttavia delle eccezioni significative che consentono di non pagare la tassa di successione o di pagarla in misura ridotta. Ad esempio, se il valore dell’eredità è inferiore a 100mila euro e non include beni immobili, la tassa non si applica. Inoltre, se l’eredità viene devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta e non supera il valore di 100mila euro, non è obbligatorio presentare la dichiarazione di successione, evitando così qualsiasi pagamento. Anche le onlus e gli enti religiosi beneficiano di esenzioni.
Un altro aspetto importante riguarda gli eredi disabili. In questi casi, la franchigia è significativamente più alta, ammontando a 1,5 milioni di euro. Questo significa che l’eredità ricevuta da una persona disabile fino a questa soglia non è soggetta alla tassa di successione, offrendo una protezione finanziaria maggiore.
Per evitare di incorrere in errori che potrebbero compromettere l’eredità destinata ai figli, è essenziale pianificare in anticipo e comprendere appieno le implicazioni delle norme fiscali vigenti. Non considerare la tassa di successione potrebbe portare a una riduzione significativa del patrimonio che si intende lasciare ai propri eredi, vanificando eventuali sforzi di risparmio e pianificazione patrimoniale. Inoltre, la mancata presentazione della dichiarazione di successione quando dovuta può comportare sanzioni e interessi, aumentando ulteriormente il peso finanziario sugli eredi.