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Un bonus particolarmente amato da cittadini e contribuenti. In Manovra confermata la proroga: come funziona e a chi spetta

Una misura di sostegno economico fondamentale per molti italiani, in particolare per coloro che stanno effettuando lavori di ristrutturazione nelle proprie abitazioni. Si tratta di una detrazione Irpef che consente di recuperare una percentuale delle spese sostenute, destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. Fino a poche settimane fa, si temeva che questa agevolazione potesse essere eliminata al termine del 2024, ma il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha ufficialmente confermato nella Manovra che il bonus sarà prorogato anche per il 2025.

Bonus confermato
Un bonus confermato anche per il 2025 – (ilmaggiodeilibri.it)

La conferma della proroga è contenuta nello schema della Manovra approvato dal governo guidato da Giorgia Meloni, che ora dovrà passare attraverso il Parlamento per ricevere il via libera definitivo. Sebbene ci siano state incertezze in merito, le fonti indicano che è improbabile che il bonus venga cancellato. Questo è un segnale positivo per un settore che ha visto una crescente domanda di ristrutturazioni e acquisti di arredamenti negli ultimi anni.

Come funziona il bonus

Il bonus mobili per il 2025 dovrebbe mantenere le stesse modalità operative del 2024, in attesa di ulteriori dettagli definitivi. Secondo l’Agenzia delle Entrate, il bonus consente di ottenere una detrazione Irpef del 50% sulle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. È importante sottolineare che la detrazione si applica su un importo massimo di 5.000 euro, che rimane invariato rispetto all’anno precedente. Rispetto agli anni passati, dove i tetti di spesa erano più elevati (8.000 euro nel 2023, 10.000 euro nel 2022 e 16.000 euro nel 2021), la stabilizzazione su 5.000 euro rappresenta una certa continuità, ma anche una limitazione per le famiglie che intendono ristrutturare e arredare.

Bonus mobili ed elettrodomestici
Requisiti e cifre del bonus – (ilmaggiodeilibri.it)

La detrazione deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo, e per accedere al bonus, è necessario effettuare i pagamenti tramite bonifico o carte di debito o credito. Non sono accettati pagamenti in contante o tramite assegni bancari, il che implica una certa attenzione nella gestione delle spese.

Per usufruire del bonus, è fondamentale che gli acquisti siano destinati a un immobile che sta subendo lavori di ristrutturazione. I lavori devono essere iniziati a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente all’acquisto dei beni. Questo significa che chi ha avviato una ristrutturazione nel 2024 potrà beneficiare del bonus per acquisti effettuati nel 2025. In aggiunta, il limite massimo di spesa di 5.000 euro si applica a ogni singola unità immobiliare, comprese le pertinenze, quindi chi possiede più immobili oggetto di ristrutturazione potrà accedere più volte all’agevolazione.

La scadenza per beneficiare di questo bonus, inizialmente fissata al 31 dicembre 2024, si estende ora fino al 31 dicembre 2025, rendendo più accessibili gli investimenti per l’arredo delle abitazioni.

Il bonus è applicabile all’acquisto di mobili nuovi e grandi elettrodomestici di classe energetica elevata. I mobili agevolabili comprendono letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, divani e poltrone. Tuttavia, sono esclusi acquisti come porte, pavimentazioni e tendaggi. Per quanto riguarda i grandi elettrodomestici, questi devono appartenere a classi energetiche specifiche: ad esempio, i forni devono essere almeno di classe A, mentre lavatrici e lavastoviglie devono essere di classe E o superiore. È importante notare che anche le spese di trasporto e montaggio possono essere incluse nel calcolo della detrazione, purché anch’esse siano pagate con modalità idonee.

Per poter accedere al bonus, è fondamentale conservare una serie di documenti. Tra questi, è necessario avere le ricevute dei pagamenti effettuati tramite bonifico o carte di debito/credito, così come le fatture di acquisto che attestano la natura e la quantità dei beni acquistati. Anche uno scontrino che riporta il codice fiscale dell’acquirente può sostituire la fattura, a condizione che contenga le informazioni necessarie.

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