La musica come strumento fondamentale nella formazione e nella vita è il tema centrale del libro “Recondita Armonia”, scritto dal maestro Riccardo Muti insieme al giornalista Armando Torno.
In queste pagine, Muti non parla soltanto di musica, ma esplora la dimensione educativa che essa offre, un aspetto che spesso viene trascurato. L’educazione musicale, secondo il maestro, è una vera e propria chiave di volta per costruire una società più consapevole e coesa. Scopriamo insieme i temi cruciali di questo libro, che promette di accendere riflessioni importanti.
Riccardo Muti concentra gran parte della sua riflessione sull’insegnamento della musica nelle scuole, un argomento che affronta con passione e determinazione. Secondo il maestro, è essenziale che la musica trovi spazio nei curricula scolastici per educare le nuove generazioni e aiutarle a costruire un futuro luminoso. Addirittura, egli suggerisce che l’insegnamento delle materie scolastiche debba includere anche il canto collettivo, per creare un legame tra gli studenti e la tradizione musicale del nostro Paese. La musica, come ci spiega Muti, non è solo un’arte, ma un linguaggio universale capace di unire le persone e di educarle a una vita migliore.
Egli denuncia, in modo forte e chiaro, l’idea di continuare a proporre ai ragazzi l’insegnamento di strumenti considerati poco validi. Al suo posto, propugna un’innovazione che possa restituire dignità alla musica nelle scuole. Questo non solo aiuterebbe i ragazzi a scoprire nuove passioni, ma, soprattutto, darebbe lavoro a coloro che escono dai conservatori e guardano al futuro con speranza. Muti immagina un’Italia piena di orchestre giovanili e più piccoli teatri restaurati, pronti a offrire opportunità ai giovani talenti. Il maestro è convinto che l’ignoranza musicale corrisponda a un’ignoranza delle radici culturali e sociali, essenziali per ogni persona.
Umiltà e rispetto verso la musica
Un altro aspetto chiave del discorso di Muti è la necessità di umiltà e rispetto che un musicista deve avere nei confronti della musica e di chi l’ha creata. Non si tratta solo di conoscere a menadito la partitura, ma di instaurare un dialogo profondo con l’essenza dell’opera e con i suoi autori. Muti sottolinea l’importanza di un approccio di scoperta e ricerca costante, che consenta ai musicisti di avvicinarsi all’opera con un atteggiamento rinnovato e ricco di curiosità.
Il maestro spiega come questo rapporto si traduce in modo concreto durante le esibizioni. Quando dirige, Muti non si limita a muovere le braccia, ma comunica attivamente con l’orchestra attraverso sguardi e segnali sottili, creando un’atmosfera in cui il pubblico stesso può percepire la connessione tra artisti. Questa visione di comunione supera la tradizionale concezione del concerto, in cui gli artisti sono separati dal pubblico. Un momento di musica diventa quindi un’esperienza condivisa, toccando anima e cuore di ogni ascoltatore.
Un’aspirazione di maggiore apertura
Riccardo Muti sogna concerti privi di barriere. Nella sua visione, gli applausi e le formalità che circondano gli eventi musicali sono ostacoli all’autenticità dell’esperienza. Vorrebbe concerti dove il pubblico non sia semplicemente spettatore, ma partecipante attivo. Questo desiderio di libertà e spontaneità è in linea con il suo lavoro annuale ai concerti de Le vie dell’amicizia, nel contesto del Ravenna Festival, dove la musica diventa un mezzo per esprimere e condividere valori profondi.
Muti invita tutti a superare convenzioni, ed esplorare insieme il mondo della musica. Una musica che possa essere delimitata solo dalla capacità di sognare e di lasciarsi andare. E in questo libro, ricco di spunti e di riflessioni, il maestro offre non solo una panoramica della sua carriera musicale, ma anche e soprattutto una visione di che cosa possa significare muzikare all’insegna dell’armonia e della condivisione. Muti invita così a vivere la musica non solo come un’arte, ma come una vera e propria occasione di crescita collettiva.