La pensione di reversibilità in Italia: un sostegno per i familiari superstiti. E ora arriva una importante novità da conoscere
La pensione di reversibilità rappresenta un importante sostegno economico per i familiari superstiti di un defunto. In Italia, l’INPS gestisce questa prestazione, il cui importo varia a seconda del grado di parentela con il defunto e delle specifiche condizioni familiari. Nel 2025, la normativa prevede alcune situazioni in cui la pensione di reversibilità può essere erogata al 100% dell’importo che il defunto percepiva durante la sua vita. Tuttavia, queste casistiche sono limitate e richiedono il rispetto di criteri ben precisi.
Innanzitutto, è essenziale comprendere che la pensione di reversibilità non è mai riconosciuta in misura fissa e uguale a tutti i familiari superstiti. Generalmente, viene assegnata in percentuali variabili, in base al numero e al tipo di superstiti. Ad esempio, se un coniuge superstite è l’unico beneficiario, la pensione di reversibilità non copre mai il 100% della pensione originaria del defunto. Tuttavia, ci sono eccezioni che permettono l’erogazione completa.
Quando la pensione è erogata al 100%
Una delle principali eccezioni riguarda il coniuge superstite con figli. Se il coniuge è in vita e ci sono due o più figli, la pensione di reversibilità può essere erogata al 100%. Questo avviene perché la legge riconosce una maggiore necessità di sostegno economico in presenza di più figli a carico. È importante notare che i figli non devono necessariamente essere minorenni; la normativa include anche figli maggiorenni, a condizione che siano a carico del genitore defunto al momento della sua morte e che non abbiano un’attività lavorativa. Se i figli stanno ancora studiando, possono ricevere la pensione fino ai 21 anni, o fino ai 26 anni se frequentano un corso universitario.
Oltre al coniuge e ai figli, anche i fratelli e le sorelle del defunto possono, in casi eccezionali, beneficiare della pensione di reversibilità al 100%. Tuttavia, questo avviene solo in assenza di coniuge e figli e richiede la presenza di almeno sette fratelli o sorelle. Inoltre, devono essere soddisfatte alcune condizioni specifiche: i fratelli e le sorelle devono essere celibi o nubili, inabili al lavoro, non devono percepire una pensione diretta e devono essere stati fiscalmente a carico del defunto al momento della sua morte.
È interessante notare come la normativa cerchi di tutelare i soggetti più vulnerabili, come i figli minorenni o studenti e i fratelli/sorelle con disabilità. Queste misure sono orientate a garantire un sostegno economico adeguato per chi perde una figura familiare di riferimento, assicurando una continuità di reddito in situazioni di particolare fragilità economica e sociale.
In Italia, la gestione delle pensioni di reversibilità è un tema complesso, che spesso richiede un’accurata comprensione delle leggi in vigore. È fondamentale, pertanto, che i potenziali beneficiari si informino adeguatamente sui requisiti e sulle modalità di richiesta per evitare di perdere diritti a cui potrebbero avere accesso. L’assistenza di esperti o di consulenti previdenziali può risultare particolarmente utile per orientarsi nel panorama normativo e per assicurarsi che tutte le condizioni siano rispettate per ottenere il massimo beneficio possibile.