Ancora dure polemiche sulla fiera “Più libri più liberi”: molti ospiti non ci saranno

La fiera più libri più liberi continua a suscitare polemiche e discussioni, soprattutto in vista della sua edizione di quest’anno che si svolgerà a Roma dal 4 all’8 dicembre. La scelta di invitare Leonardo Caffo per una lectio magistralis ha scatenato una tempesta di reazioni a causa delle accuse di violenza domestica a suo carico.

La Fiera “più libri più liberi” a Roma dal 4 all’ 8 Dicembre (www.ilmaggiodeilibri.it)

Questo avviene proprio nel contesto della commemorazione di Giulia Cecchettin, il che rende la situazione ancora più delicata. Le polemiche si sono intensificate, sollevando interrogativi su come le istituzioni culturali gestiscano tali delicate questioni.

Polemiche e reazioni: il caso Caffo

L'organizzatrice
Chiara Valerio, l’organizzatrice e direttrice della fiera. (fonte IG @chiaravalerio-www-ilmaggiodeilibri.it)

L’argomento del coinvolgimento di Caffo ha innescato un vero e proprio dibattito sui social media, dove le opinioni si sono divise. Molti hanno espresso il loro disappunto, desiderando che l’evento fosse realmente allineato ai valori di inclusione e rispetto per le vittime di violenza. Le dichiarazioni della direttrice della fiera, Chiara Valerio, non hanno fatto altro che aumentare le tensioni. Durante un’intervista, Valerio ha cercato di difendere la scelta, parlando di diritti e del concetto di innocenza, ma le sue parole sono parse lontane dalle sensibilità delle vittime di violenza. Questo ha portato a una serie di rettifiche da parte degli organizzatori, ma senza il risultato sperato.

Con l’aumentare delle contestazioni, sono arrivate anche scuse ufficiali, ma in molti hanno avvertito che erano, in fin dei conti, insufficienti. La fiera è stata percepita come un palcoscenico per un dibattito che, invece di affrontare il problema della violenza di genere con serietà, stava maldestramente rinviando la questione. Le scuse tardive hanno avviato un effetto domino di boicottaggi e rinunce tra gli ospiti.

Il boicottaggio si allarga: defezioni eccellenti

La situazione ha preso una piega inaspettata, portando alla luce un vero e proprio movimento di protesta. La giornalista Giulia Siviero è stata la prima a ritirarsi, seguita da una serie di nomi di spicco, come Carlotta Vagnoli e Pietro Turano. Ognuno di loro ha sottolineato che le scuse espresse non potevano essere considerate adeguate per un invito che, di per sé, mostrava una mancanza di sensibilità per le problematiche legate alla violenza di genere. In particolare, una lettera aperta di Sara Ahmed ha messo in evidenza come sia fondamentale riconoscere non solo l’errore, ma anche le sue implicazioni, proponendo un approccio più serio verso la questione femminista.

Il ritiro di queste personalità ha sicuramente colpito gli organizzatori, i quali si sono trovati a fronteggiare un’ondata di malcontento crescente. Le rinunce hanno generato un dibattito su quanto possa essere violato il principio di responsabilità da parte di chi organizza manifestazioni culturali. Non è solo una semplice questione di presenza o assenza, ma si pone un interrogativo più profondo su quali valori devono essere realmente rappresentati attraverso eventi del genere.

La posizione di Michele Rech e la gestione del caso

Un altro dei nomi noti che ha preso posizione è Michele Rech, meglio conosciuto come Zerocalcare. Nonostante la sua presenza alla fiera, ha deciso di non partecipare a nessun evento pubblico. Utilizzando i suoi canali social, il fumettista ha condiviso le proprie ragioni, sottolineando l’inopportunità della presenza sulla scena di una figura accusata di violenza. Questo ha portato a riflessioni critiche riguardo al garantismo, un tema che, sebbene importante, non può mai diminuire l’attenzione sulla violenza di genere e sul calvario che le vittime affrontano nel denunciare gli abusi.

Zerocalcare ha espresso la sua posizione in modo chiaro, con affermazioni forti e sincere, evidenziando il suo desiderio di vedere un’attenzione maggiore su come la comunità culturale sta affrontando il tema della violenza. Anche il suo editore, Bao Publishing, ha preso una posizione fermissima, ribadendo la necessità di responsabilità, non solo da parte degli autori, ma anche di chi organizza eventi. L’attesa ora è rivolta all’apertura della fiera. Non è chiaro se le polemiche continueranno a infuriare o se gli organizzatori riusciranno in qualche modo a riportare il focus su una manifestazione che, si spera, possa anche promuovere un dialogo costruttivo.

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