Devi recuperare 1900 euro dall’Agenzia delle Entrate: il 2025 inizia alla grande, fai subito richiesta

Nel 2025 ecco chi parte già con oltre 1.900 euro da recuperare dall’Agenzia delle Entrate. Cosa sapere sotto il profilo fiscale

In Italia, il tema delle tasse è sempre al centro del dibattito pubblico. Ogni anno, i cittadini si trovano a dover affrontare una vasta gamma di imposte, che vanno da quelle sulla casa e sulle auto a quelle sui redditi e sui risparmi. Il sistema fiscale italiano è noto per la sua complessità e, sebbene le imposte siano numerose, esistono anche diverse agevolazioni che i contribuenti possono sfruttare per ridurre l’importo da versare. Tra queste, le agevolazioni legate all’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) sono particolarmente significative, soprattutto per coloro che hanno saputo pianificare correttamente le proprie spese nel corso dell’anno.

Recupero 1.900 euro
Si può recuperare ben 1.900 euro nel 2025 – (ilmaggiodeilibri.it)

Nel 2025, alcuni contribuenti si troveranno già con un vantaggio significativo, potendo recuperare oltre 1.900 euro dall’Agenzia delle Entrate. Questo vantaggio deriva da scelte fiscali e spese sostenute nel 2024, anno nel quale sono state attuate alcune normative favorevoli. Ma cosa significa esattamente recuperare questa somma e chi sono i diretti interessati?

Come recuperare i soldi

Per comprendere meglio, è utile spiegare che cos’è l’IRPEF. Si tratta di un’imposta progressiva applicata sui redditi delle persone fisiche, che colpisce tanto i lavoratori dipendenti quanto i lavoratori autonomi. Tuttavia, la modalità di versamento varia: per i dipendenti, il datore di lavoro agisce come sostituto d’imposta e preleva l’IRPEF direttamente dalla busta paga, mentre i lavoratori autonomi devono gestire autonomamente le loro dichiarazioni e versamenti.

Irpef, recupero somme
IRPEF: come funziona il recupero delle somme – (ilmaggiodeilibri.it)

L’IRPEF è suddivisa in quattro scaglioni, ciascuno con una propria aliquota: il 23% per i redditi fino a 15.000 euro, il 25% per quelli tra 15.001 e 28.000 euro, il 35% per redditi tra 28.001 e 50.000 euro e infine il 43% per redditi superiori ai 50.000 euro. Questa struttura fa sì che più un contribuente guadagna, maggiore sarà la percentuale di imposta da versare, ma solo sulla parte di reddito che supera ciascun scaglione.

Ad esempio, se un contribuente ha un reddito annuo di 28.000 euro, ciò si traduce in un’imposta di circa 6.700 euro. Per chi guadagna 50.000 euro, l’IRPEF sale a 14.400 euro. È evidente che il carico fiscale può essere molto gravoso, ecco perché molte persone cercano di utilizzare deduzioni e detrazioni per abbattere il loro carico tributario.

Le deduzioni riducono il reddito imponibile, mentre le detrazioni abbassano direttamente l’importo dell’IRPEF da versare. Ad esempio, se un contribuente ha 2.000 euro di spese deducibili, il suo reddito imponibile scenderà a 26.000 euro. Le detrazioni, invece, possono portare a un rimborso diretto del 19% delle spese sostenute, a seconda della tipologia.

Un aspetto cruciale è la possibilità per i lavoratori dipendenti di richiedere determinate detrazioni fisse che abbassano direttamente l’IRPEF dovuta. Ad esempio, esiste una cosiddetta “no tax area” per redditi fino a 8.174 euro, dove non si versa IRPEF grazie a una detrazione fissa di 1.880 euro. Questo significa che un lavoratore con reddito pari a 8.174 euro non paga tasse, poiché l’imposta è completamente assorbita dalla detrazione.

Un caso emblematico è quello di un lavoratore con due datori di lavoro: se richiede le detrazioni solo a uno, potrà recuperare la parte non sfruttata nella dichiarazione dei redditi. Questo può portare a un rimborso significativo, facendolo partire con un vantaggio di oltre 1.900 euro per il 2025. In sostanza, chi ha pagato più IRPEF grazie a detrazioni non utilizzate ha diritto a rimborsi fiscali che possono rivelarsi molto utili.

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