Pensioni 2025, ci sono arretrati da chiedere. Ecco tutto quello che c’è da sapere per non perdere soldi che ci spettano
Il 2025 si preannuncia come un anno cruciale per il sistema pensionistico italiano, portando con sé novità significative per i lavoratori e le lavoratrici che si avvicinano al traguardo della pensione. Tra le opportunità più interessanti, si delinea la possibilità di richiedere arretrati, offrendo così un vantaggio economico non indifferente per coloro che soddisfano determinati requisiti. Questo articolo esplorerà le principali novità e condizioni per accedere alle pensioni nel 2025, con un focus particolare sugli sgravi e i benefici per le lavoratrici madri.
L’accesso alla pensione nel 2025 sarà riservato a diverse categorie di lavoratori. I nati nel 1958 potranno richiedere la pensione di vecchiaia a 67 anni, a condizione di avere accumulato almeno 20 anni di contributi versati. D’altra parte, i nati nel 1961 avranno la possibilità di accedere alla pensione anticipata contributiva a 64 anni, sempre che rientrino nel sistema contributivo puro e soddisfino il requisito di una pensione pari ad almeno 2,6 volte l’assegno sociale, che nel 2024 sarà di circa 1.530 euro mensili.
Arretrati fino a 17 mesi: come richiederli?
Una delle opzioni più vantaggiose per i futuri pensionati riguarda la possibilità di retrodatare la decorrenza della pensione. I lavoratori potranno incassare in un’unica soluzione gli arretrati relativi ai mesi maturati tra il raggiungimento del diritto e la data effettiva di domanda. Per accedere a questa opportunità, però, è necessario soddisfare alcune condizioni specifiche.
Il diritto di retrodatazione è riservato ai lavoratori con un contributo puro, ovvero coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995. Inoltre, le lavoratrici madri possono beneficiare di ulteriori vantaggi in base al numero di figli. Questo aspetto rappresenta un importante incentivo per le donne lavoratrici, che spesso affrontano sfide uniche nel bilanciare lavoro e famiglia.
Le lavoratrici madri hanno la possibilità di richiedere all’INPS la retrodatazione della pensione grazie agli sconti legati ai figli. In particolare, possono ottenere un anticipo di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 16 mesi. Questo vantaggio consente di incassare i mesi di pensione arretrati fin dal primo pagamento, una misura che può fare una significativa differenza nel bilancio familiare.
Ad esempio, una lavoratrice madre di 64 anni con 4 figli potrebbe anticipare la decorrenza della pensione contributiva fino a 62,8 anni. Analogamente, chi si ritira a 67 anni potrà far decorrere la pensione a 65,8 anni, incassando ben 16 mesi di arretrati.
Le regole riguardanti gli sconti per le lavoratrici madri sono particolarmente favorevoli. Per la pensione di vecchiaia a 67 anni, se una lavoratrice ha un figlio, la soglia minima di pensione scende da 3 a 2,8 volte l’assegno sociale. Se invece ha 2 o più figli, la soglia si riduce ulteriormente a 2,6 volte l’assegno sociale, aprendo a più donne la possibilità di accedere a questa opzione.
Per quanto riguarda la pensione anticipata contributiva a 64 anni, anche in questo caso la soglia di accesso si abbassa grazie ai figli, permettendo a un numero maggiore di lavoratrici di beneficiare di questa opportunità.
Un ulteriore vantaggio per le lavoratrici madri è rappresentato dalla possibilità di utilizzare un coefficiente di calcolo più alto rispetto all’età effettiva di uscita. Questo incremento si traduce in un importo mensile della pensione più elevato.
Ad esempio, una lavoratrice con 2 figli che decide di andare in pensione a 64 anni può chiedere di calcolare la pensione utilizzando il coefficiente dei 65 anni, aumentando così l’importo mensile. Se la lavoratrice ha 3 o più figli, può avvalersi del coefficiente di 66 anni, ottenendo così un beneficio ancora maggiore.