Un evento significativo si è tenuto al Porto Bolaro Shopping Center di Reggio Calabria: la presentazione del libro “Le vere cause del Conflitto Russo-Ucraino”, edito da Visione Editore.
Si tratta di un’opera che raccoglie importanti spunti di riflessione sulla complessa relazione tra Russia e Ucraina, attraverso la traduzione del saggio di Vladimir Putin e contributi di filosofi russi. La presentazione ha attirato l’attenzione di una folla variopinta, segnalando quanto sia attuale e scottante il tema trattato.
L’appuntamento è stato organizzato dal Centro Studi Federico Caffè, moderato dal direttore Peppe Caridi. La serata ha visto la presenza di figure di spicco come il giornalista Pino Toscano e l’ambasciatore Bruno Scapini, il quale ha seguito attentamente le questioni diplomatiche legate alla pubblicazione del libro. Anche Giuseppe Modafferi, uno dei fondatori del centro, ha giocato un ruolo chiave nell’organizzazione, con Pino Falduto che ha introdotto i lavori, stabilendo subito il contesto di un evento che voleva essere inclusivo, sebbene controverso. Falduto ha infatti aperto le porte del centro commerciale alla comunità ucraina presente, invitandola a esprimere il proprio dissenso, pur chiedendo un rispetto reciproco.
Parole di moderazione e inclusione
“Questo incontro non vuole essere una presa di posizione”, ha chiarito Modafferi, cercando di smorzare gli animi. L’intenzione era quella di fornire una piattaforma per esprimere un’altra visione della verità, anche se poteva non essere condivisa. Durante la presentazione, non sono mancati momenti di tensione, soprattutto quando alcuni membri della comunità ucraina hanno chiesto di esprimere il loro contraddittorio, sottolineando la necessità di dare spazio a più punti di vista. Modafferi ha quindi argomentato che quello stesso incontro rappresentava già un’importante forma di contraddittorio rispetto a altre narrazioni prevalenti nei media, cercando di rendere chiaro che il suo intento non era quello di imporre una verità assoluta.
Il ruolo cruciale dell’informazione
Peppe Caridi ha dato poi il via a un dialogo importante sul ruolo dell’informazione, coinvolgendo Pino Toscano. Quest’ultimo, riconosciuto come uno dei migliori giornalisti della città, ha affrontato senza mezzi termini la questione Russo-Ucraina. Il suo discorso ha ripercorso le influenze storiche statunitensi nella regione e il pubblico ha reagito con rabbia, sottolineando quanto il tema stesse a cuore alla comunità ucraina presente. Toscano ha toccato nervi scoperti, rivelando che la narrazione della storia degli ultimi decenni non può prescindere dal coinvolgimento di attori globali come gli Stati Uniti.
Un’università di emozioni e storia
La serata è stata ulteriormente caratterizzata dall’intervento dell’ambasciatore Bruno Scapini. I suoi saluti, inizialmente calorosi, sono stati interrotti dalle urla della folla che chiedeva di interromperlo. Nonostante il contesto teso, Scapini ha insistito sull’importanza di affrontare la storia e la geopolitica che circonda il conflitto, richiamando passaggi storici cruciali e citando Papa Francesco nella sua invocazione alla pace. È emersa chiaramente la sua volontà di ristabilire legami storici e culturali tra le due nazioni, anche quando il clima sembrava elettrico.
La presenza di artisti e la musica come lingua universale
Ad allentare l’atmosfera durante i momenti di agitazione, ci sono stati interventi musicali del tenore reggino Francesco Anile, che è riuscito a raccogliere un buon numero di applausi dai circa 150 partecipanti. La musica, con la sua capacità di emozionare e unire le persone, è parsa fin da subito un tentativo di calmare le acque, un linguaggio comune che riesce a oltrepassare le barriere linguistiche e culturali, anche in un contesto tanto carico di tensioni come quello di un dibattito acceso su un tema delicato come il conflitto Russo-Ucraino.
Un messaggio di solidarietà e amicizia
L’ambasciatore della Federazione Russa, Alexey Paramonov, ha concluso la serata, portando il suo messaggio di amicizia alla comunità calabrese. Il suo intervento ha cercato di sottolineare i legami storici tra Russia e Sud Italia, in un contesto in cui l’idea di amicizia tra i popoli poteva sembrare messa a dura prova. Le sue parole hanno toccato argomenti delicati come la spirale di eventi che hanno portato ai conflitti odierni, sottolineando che la Russia non è vista come un nemico ma piuttosto come un partner storico. La notazione di come il passato storico possa influenzare il presente è rimasta nell’aria, una riflessione aperta che invita a guardare oltre le divisioni attuali e a coltivare la speranza di un dialogo costruttivo in futuro.
L’eco di questo incontro certamente continuerà a risuonare tra le mura del centro commerciale, un’importante testimonianza della complessità dei rapporti internazionali e delle percezioni pubbliche sul tumultuoso panorama geopolitico contemporaneo.