Nel panorama fiscale italiano, il 2025 si preannuncia come un anno di grandi cambiamenti, con nuove misure.
Il Governo ha recentemente confermato che, a partire dal prossimo anno, i contribuenti con ricavi annuali fino a 170.000 euro potranno suddividere l’acconto delle imposte in cinque rate mensili, una novità che rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo di affrontare le scadenze fiscali. Tuttavia, è importante sottolineare che questa opportunità non si estende ai contributi previdenziali, che rimangono esclusi da questa misura.
La possibilità di rateizzare le imposte consente ai lavoratori autonomi di gestire meglio la propria liquidità, un aspetto cruciale, soprattutto in un contesto economico ancora segnato dalle incertezze legate alla pandemia e agli alti costi dell’energia. Suddividere il pagamento in cinque rate mensili significa avere un respiro maggiore, evitando di dover affrontare un’unica e pesante scadenza. Il Governo ha stabilito che il secondo acconto delle imposte per il periodo d’imposta 2024, che tradizionalmente scade il 30 novembre, è stato rinviato al 16 gennaio 2025. Questo rinvio rappresenta un’ulteriore opportunità per i contribuenti di pianificare meglio le proprie finanze.
Opzioni di pagamento per i contribuenti
La scelta di rateizzare l’importo delle imposte offre due opzioni ai contribuenti: poter effettuare il pagamento in un’unica soluzione entro il 16 gennaio 2025 o optare per il pagamento suddiviso in cinque rate mensili, con scadenza il 16 di ogni mese a partire da gennaio. È importante notare che le rate successive alla prima saranno soggette ad interessi, come stabilito dal Decreto Legislativo n. 241 del 9 luglio 1997. Ciò implica che, sebbene la rateizzazione rappresenti un’opzione più flessibile, il contribuente dovrà tenere conto anche del costo aggiuntivo degli interessi.
Non tutti i lavoratori autonomi potranno beneficiare di questa misura. Sono infatti esclusi i titolari di reddito non d’impresa, come i soci di società di persone o di capitali, coloro che hanno ricavi superiori a 170.000 euro nel 2023, le persone giuridiche e i collaboratori familiari, a meno che non siano anch’essi titolari di partita IVA. Questo solleva interrogativi su come il Governo intenda gestire l’equità fiscale, dal momento che una parte significativa dei lavoratori autonomi potrebbe rimanere esclusa da questa opportunità.
Un altro aspetto cruciale da considerare è che, nonostante la possibilità di rateizzare le imposte, i contributi previdenziali e i premi assicurativi INAIL rimarranno esclusi da questa forma di pagamento. Soltanto le imposte potranno essere rateizzate, il che significa che i lavoratori autonomi dovranno continuare a rispettare le scadenze fiscali tradizionali per i contributi previdenziali, che dovranno essere pagati integralmente entro il 16 gennaio 2025. Questo rappresenta un ulteriore onere per i lavoratori autonomi, che dovranno gestire sia le imposte che i contributi previdenziali in un periodo di tempo ristretto.
Queste novità si inseriscono in un contesto di riforme fiscali più ampie che il Governo sta cercando di attuare per rilanciare l’economia italiana e supportare le categorie più vulnerabili. In un momento storico in cui molti imprenditori e liberi professionisti stanno affrontando sfide senza precedenti, è fondamentale che le politiche fiscali siano in grado di rispondere alle reali esigenze di queste categorie. La rateizzazione delle imposte rappresenta un passo avanti, ma è evidente che ci sono ancora molte questioni irrisolte, soprattutto in relazione ai contributi previdenziali.