Accanto a quelle che sono le tasse da pagare, fra la fine di questo anno e l’inizio del prossimo, c’è anche una buona notizia, ovvero la possibilità di avere un benefit in busta paga.
Si chiamano “Fringe benefit” ed hanno delle regole ben precise per il loro ottenimento e che, proprio a partire dal 2025, cambieranno a favore dei cittadini che potranno riceverli. Cambiamenti che arrivano e che sono voluti dalla nuova Legge di Bilancio.
Questi Fringe fanno parte di quel welfare aziendale che alcuni datori di lavoro riconoscono in aggiunta allo stipendio del dipendente. Cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta, come possono essere ottenuti ma anche quali sono i limiti di reddito da parte del singolo lavoratore.
Nuovi fringe aziendali in arrivo
Non solo cattive notizie tra la fine del 2024 e gli inizi del 2025: non solo tasse da pagare e bollette in scadenza, ma anche la possibilità di vedersi accreditati dei soldi specie se si è lavoratori dipendenti di un’azienda, stando sempre alle nuove regole della Legge di Bilancio in vigore dal prossimo anno. Stiamo parlando dei Fringe benefit che sono porzioni di welfare di un’azienda che un datore di lavoro può distribuire ai suoi dipendenti.
Non aumenti di stipendio così a caso, che poi non possono essere coperti se non per un certo periodo di tempo, ma soluzioni diverse articolate secondo la propria proposta di impiego e la propria mansione, per premiare i dipendenti più meritevoli: una sorta di alternativa ai premi di risultato, così come si chiamavano una volta.
Con la nuova Legge di Bilancio, vengono prorogate le regole per le nuove soglie di esenzione per i fringe benefit, ovvero il limite entro il quale il valore economico di questi benefit non costituisce reddito e non viene tassato. Tutte le soglie già presenti nel 2024 sono state confermate e permane, anche, la differenziazione tra lavoratori con figli e senza: per i primi la soglia entro cui i fringe benefit sono detassati è di 2.000 euro, mentre per i secondi è di 1.000 euro.
Le soglie limite
Nel 2025 cambiano invece alcune cose: al di là del telefono aziendale, delle assicurazioni sanitarie, dei buoni pasto o, anche, ad esempio, delle case in affitto da parte e a nome dell’azienda, rientreranno nei fringe anche i rimborsi per le forniture di acqua e gas. Non rientra più, invece, il bonus benzina da 200€.
Per tutti i dipendenti che, invece, proprio per lavoro sono costretti a trasferirsi altrove e prendere in affitto una casa, la nuova legge stabilisce che, per 2 anni, non concorrono a formare reddito ai fini fiscali, entro il limite di 5.000 euro. le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento degli affitti.
Ci sono però degli specifici requisiti, come ad esempio che il lavoratore deve essere assunto nel periodo compreso fra gennaio e dicembre 2025, che deve avere un reddito da lavoro dipendente non superiore a 35.000 euro e, infine, deve essere trasferito a oltre 100km.
